TECNICHE DI MOBILIZZAZIONE

Sono molteplici le competenze di terapia manuale che un terapista può acquisire, a seconda dei corsi di aggiornamento e approfondimento proposti sul territorio. Nonostante la specificità del proprio bagaglio personale, esistono delle basi teoriche dalle quali non si può prescindere e che appartengono anche all'ambito della riabilitazione del polso.


A seconda della patologia, del trattamento deciso (conservativo-chirurgico) e della tempistica della presa in carico il terapista sceglie quali siano le tecniche più adatte per:

  • recuperare gradi di movimento articolare 
  • recuperare forza muscolare
  • migliorare la funzionalità


In generale, si identifica in mobilizzazione attiva ciò che il paziente riesce a fare da solo, cioè la variazione dell'angolo di movimento causata dalla contrazione dei propri muscoli; in mobilizzazione attiva assistita un lavoro sinergico tra il controllo manuale del terapista e il lavoro attivo del paziente; in mobilizzazione passiva la variazione di movimento articolare data da una forza esterna, come la mano del terapista.

Negli ultimi anni l'evoluzione delle tecniche chirurgiche ha portato a una riduzione drastica dei tempi di immobilizzazione che seguono un intervento al polso: concetti di mini invasività, artroscopia e riparazione in un tempo unico hanno necessariamente previsto un adattamento anche delle competenze riabilitative da mettere in atto. Da qui, la necessità di strutturare un corretto programma di lavoro con movimenti specifici dedicati e personalizzati che il terapista imposta anche da dare al paziente al domicilio che, correttamente istruito, gestisce il tutore di protezione e gli esercizi nelle ore della giornata.

Solitamente in una fase acuta post intervento, in caso di inizio immediato della riabilitazione, il paziente potrà fin da subito avere un protocollo personalizzato di mobilizzazione attiva dei distretti in esame per fare in modo che vi sia un più veloce ripristino del movimento nel rispetto delle strutture lese. Successivamente, con la conferma radiografica, si potrà passare a una incremento in termini di carico di esercizi più importante fino ad arrivare all'utilizzo della mobilizzazione passiva nella fase avanzata per il recupero completo del movimento.

Il riallenamento muscolare segue anch'esso la tempistica della guarigione tissutale: viene utilizzato per ristabilire un movimento deficitario, magari secondario a un trauma o un'immobilizzazione, dovuto a una ipotrofia o amiotrofia muscolare. Può essere messo in atto tramite tecniche specifiche di rinforzo ed utilizzo di elettrostimolazione, di solito in una fase secondaria post acuta.