La Chirurgia della Mano e dell’Arto Superiore
Principi Fondamentaleli e Tecniche Avanzate
La chirurgia della mano e dell’arto superiore rappresenta una branca specialistica della chirurgia ortopedica dedicata alla diagnosi e al trattamento chirurgico di un ampio spettro di patologie che interessano la mano, il polso, l’avambraccio e il gomito.
Questa disciplina richiede una profonda conoscenza dell’anatomia complessa, della biomeccanica sofisticata e della fisiologia di queste regioni anatomiche, nonché una padronanza di tecniche chirurgiche avanzate, spesso di natura microchirurgica.
L’obiettivo primario è ripristinare l’integrità strutturale e la funzionalità dell’arto superiore, alleviando il dolore e migliorando la qualità della vita dei pazienti affetti da malformazioni congenite, esiti di traumi, patologie degenerative, infiammatorie, neoplastiche e sindromi da compressione nervosa.
Il Prof. Giorgio Pajardi incarna l’eccellenza nella chirurgia della mano e dell’arto superiore, forte di 40 anni di esperienza dedicata alla diagnosi precisa e al trattamento chirurgico all’avanguardia di un ampio spettro di patologie.
La sua profonda conoscenza dell’anatomia complessa e della biomeccanica sofisticata della mano, unita a una meticolosa tecnica chirurgica affinata nel tempo, lo rendono un punto di riferimento internazionale per pazienti affetti da malformazioni congenite, esiti di traumi, patologie degenerative, infiammatorie e sindromi da compressione nervosa.
Il Prof. Pajardi si distingue per un approccio chirurgico personalizzato, che mira non solo alla risoluzione della patologia, ma anche al ripristino ottimale della funzionalità e al miglioramento della qualità della vita dei suoi pazienti.
La sua costante ricerca dell’innovazione e l’applicazione delle più recenti tecniche chirurgiche mininvasive e microchirurgiche garantiscono risultati clinici di elevato livello.
Ambiti di Intervento Chirurgico
nella Patologia della Mano e dell’Arto Superiore
L’intervento chirurgico nell’ambito della mano e dell’arto superiore si articola in diverse aree fondamentali, ciascuna con specificità diagnostiche e terapeutiche:
Chirurgia delle Malformazioni Congenite
Il trattamento chirurgico delle anomalie congenite della mano mira a correggere le alterazioni morfologiche e a ottimizzare la funzione prensile e manipolativa.
Le procedure possono includere la separazione di dita unite (sindattilia), la rimozione di dita soprannumerarie (polidattilia), la correzione di aplasie/ipoplasie e di deformità scheletriche e tendinee, spesso richiedendo interventi complessi e multidisciplinari.
Il Prof. Pajardi vanta una competenza specifica nel trattamento chirurgico delle anomalie congenite della mano, con l’obiettivo di migliorare la funzione e l’aspetto estetico fin dalla tenera età. La sua dedizione in questo campo è testimoniata dalla presidenza fondazione, 17 anni fa, insieme alla moglie Elisabetta Palleroni della Associazione “La Mano del Bambino”.
Chirurgia Traumatica
La gestione chirurgica delle lesioni traumatiche dell’arto superiore è cruciale per ripristinare l’anatomia e la funzione.
Ciò comprende la riduzione e la stabilizzazione di fratture ossee mediante diverse tecniche di osteosintesi, la riparazione microchirurgica di lesioni tendinee (suture dirette, innesti), la neurorrafia e l’innesto nervoso per le lesioni dei nervi periferici, la gestione delle lussazioni articolari e la ricostruzione dei tessuti molli danneggiati.
Il trattamento chirurgico delle fratture, delle lussazioni, delle lesioni tendinee e nervose derivanti da traumi sportivi, lavorativi o accidentali rappresenta un’area centrale dell’attività del Prof. Pajardi, con l’impiego di tecniche di osteosintesi avanzate e microchirurgiche per la riparazione delle strutture lese.
Chirurgia Oncologica
L’asportazione chirurgica dei tumori benigni e maligni della mano e dei tessuti molli richiede una pianificazione accurata per garantire la radicalità oncologica e la successiva ricostruzione funzionale, che può coinvolgere innesti cutanei, lembi locali o microchirurgici.
Chirurgia delle Patologie Infiammatorie e Reumatiche
La gestione chirurgica delle lesioni traumatiche dell’arto superiore è cruciale per ripristinare l’anatomia e la funzione.
Ciò comprende la riduzione e la stabilizzazione di fratture ossee mediante diverse tecniche di osteosintesi, la riparazione microchirurgica di lesioni tendinee (suture dirette, innesti), la neurorrafia e l’innesto nervoso per le lesioni dei nervi periferici, la gestione delle lussazioni articolari e la ricostruzione dei tessuti molli danneggiati.
Il trattamento chirurgico delle fratture, delle lussazioni, delle lesioni tendinee e nervose derivanti da traumi sportivi, lavorativi o accidentali rappresenta un’area centrale dell’attività del Prof. Pajardi, con l’impiego di tecniche di osteosintesi avanzate e microchirurgiche per la riparazione delle strutture lese.
Chirurgia delle Patologie Degenerative
Il trattamento chirurgico delle artropatie degenerative, come l’osteoartrosi della mano e del polso (rizoartrosi, artrosi interfalangea, artrosi radio-carpica e scafo-lunata), si focalizza sull’alleviare il dolore e migliorare la funzione.
Le opzioni chirurgiche includono procedure artroscopiche, artroplastiche (con o senza protesi) e artrodesi, selezionate in base alla localizzazione e alla gravità del danno articolare.
Il Prof. Pajardi esegue interventi chirurgici per il trattamento dell’artrosi della mano (inclusa la rizoartrosi), dell’artrite reumatoide e di altre patologie degenerative e infiammatorie che compromettono la funzionalità e causano dolore.
Chirurgia della Malattia di Dupuytren
Il trattamento chirurgico della malattia di Dupuytren mira a ripristinare l’estensione delle dita attraverso la fasciotomia (percutanea o aperta) o la fasciectomia (parziale o totale) dei cordoni fibrosi patologici. La scelta della tecnica dipende dalla gravità della retrazione e dalle caratteristiche del paziente.
Il Prof. Pajardi è stato pioniere nell’applicazione di tecniche innovative, sia chirurgiche che non invasive (come il primo centro in Italia per un nuovo strumento terapeutico non invasivo), per il trattamento della retrazione progressiva dell’aponeurosi palmare utilizzando la collegenasi o la cordotomia percutanea.
Chirurgia delle Sindromi da Compressione Nervosa
La decompressione chirurgica dei nervi periferici compressi, come il nervo mediano nel tunnel carpale, il nervo ulnare nel tunnel cubitale e nel canale di Guyon, è fondamentale per risolvere i sintomi neurologici come dolore, parestesie e debolezza motoria. Le tecniche chirurgiche variano dall’approccio aperto a quello endoscopico, dando a quest’ultima la priorità assoluta ogni volta che sia applicabile.
La liberazione del nervo mediano nel tunnel carpale, del nervo ulnare al gomito e di altri nervi periferici compressi rientra nella sua pratica chirurgica, mirata ad alleviare il dolore, il formicolio e la perdita di forza. Spesso poi le compressioni nervose possono essere risolte con un adeguato protocollo riabilitativo basato sull’utilizzo di tutori e riabilitazione neurodinamica, evitando così l’intervento chirurgico.
Microchirurgia Ricostruttiva
Le tecniche microchirurgiche svolgono un ruolo cruciale nella riparazione di strutture vascolari e nervose di piccolo calibro, nei trasferimenti tendinei e nervosi per il ripristino della funzione e nella ricostruzione di perdite di sostanza complesse attraverso l’utilizzo di lembi microchirurgici liberi o peduncolati.
La formazione specialistica del Prof. Pajardi e la sua passione per la microchirurgia gli consentono di eseguire interventi complessi su piccole strutture anatomiche, come la riparazione di nervi e vasi sanguigni danneggiati.
Principi Fondamentali
e Tecniche Chirurgiche
L’approccio chirurgico nella patologia della mano e dell’arto superiore si basa su principi fondamentali che includono una diagnosi accurata attraverso l’anamnesi, l’esame obiettivo e l’impiego di immaging (radiografia, ecografia, risonanza magnetica, tac), studi elettrofisiologici (elettromiografia, velocità di conduzione nervosa) e, in alcuni casi, artroscopia diagnostica. Le tecniche chirurgiche impiegate sono in continua evoluzione e comprendono:
Chirurgia a Cielo Aperto
L’approccio tradizionale che prevede incisioni cutanee per accedere direttamente alle strutture anatomiche.
Chirurgia Artroscopica
L’utilizzo di piccole incisioni e di una telecamera miniaturizzata (artroscopio) per visualizzare l’interno delle articolazioni (polso, gomito) e eseguire interventi chirurgici con strumenti dedicati, riducendo l’invasività e accelerando il recupero.
Chirurgia Endoscopica
Permette di raggiungere e risolvere il sito della patologia senza danneggiare inutilmente i tessuti sani circostanti.
Microchirurgia
L’impiego di microscopi operatori e strumenti di precisione per intervenire su strutture di dimensioni millimetriche, come nervi e vasi sanguigni.
Chirurgia Mininvasiva
Tecniche che mirano a ridurre al minimo le incisioni chirurgiche e il danno ai tessuti circostanti, con l’obiettivo di diminuire il dolore post-operatorio e accelerare la guarigione.
La Centralità della Valutazione Pre-Operatoria
e della Pianificazione Chirurgica nel Polso
Un elemento imprescindibile per il successo dell’intervento chirurgico è una valutazione pre-operatoria meticolosa, che include un’analisi dettagliata della storia clinica del paziente, un esame fisico completo e l’interpretazione accurata degli esami diagnostici.
La pianificazione chirurgica deve definire con precisione l’obiettivo dell’intervento, la via d’accesso chirurgica, le tecniche specifiche da utilizzare e le potenziali complicanze.
Una comunicazione chiara e completa con il paziente riguardo alle indicazioni, ai rischi e ai benefici dell’intervento è fondamentale per ottenere un consenso informato consapevole.
La chirurgia della mano e dell’arto superiore è una disciplina dinamica che beneficia costantemente dei progressi scientifici e tecnologici.
L’approccio multidisciplinare, che spesso coinvolge fisioterapisti, terapisti occupazionali e altri specialisti, è fondamentale per garantire un percorso di cura completo e ottimale per i pazienti affetti da patologie di questa complessa regione anatomica.
Patologie
L’approccio chirurgico nella patologia della mano e dell’arto superiore si basa su principi fondamentali che includono una diagnosi accurata attraverso l’anamnesi, l’esame obiettivo e l’impiego di immaging (radiografia, ecografia, risonanza magnetica, tac), studi elettrofisiologici (elettromiografia, velocità di conduzione nervosa) e, in alcuni casi, artroscopia diagnostica. Le tecniche chirurgiche impiegate sono in continua evoluzione e comprendono:
Cisti dei tendini estensori
In cosa consiste
Definito anche tenosinovite stenosante dei tendini flessori, è un’infiammazione dei tendini flessori di un dito, che si manifesta con la formazione di un nodulo tendineo doloroso alla base del dito interessato. Questo causa il caratteristico scatto nei movimenti di flessione e di estensione del dito, dovuto alla difficoltà meccanica incontrata dal nodulo a scorrere al di sotto della puleggia basale (canale dove i tendini scorrono all’interno delle dita). Lo scatto è spesso accompagnato da dolore e da conseguente difficoltà nei movimenti. Le cause non sono sempre chiare; sovente ne è responsabile un eccessivo stress tendineo ed alcune patologie quali il diabete sono predisponenti
Trattamento
Il trattamento conservativo attraverso l’ausilio di un tutore di scarico viene indicato nella maggior parte dei casi come primo approccio terapeutico. In caso di persistenza o ricomparsa dei sintomi è indicato l’intervento chirurgico di trocleotomia basale. L’intervento consiste nella liberazione del tendine attraverso la sezione della puleggia, con una mini-incisione alla base del dito. A volte è possibile eseguire l’intervento in endoscopia con due mini accessi. L’intervento dura circa 5 minuti e viene eseguito in anestesia locale e in regime di Day Hospital. Dopo l’operazione è utile eseguire un protocollo riabilitativo per evitare la formazione di aderenze tendinee ed utilizzare un tutore notturno per 40 giorni.
Cisti della puleggia
In cosa consiste
È costituita da una neoformazione sottocutanea che compare solitamente alla base di un dito, al passaggio con il palmo della mano. Solitamente è mobile rispetto alla cute ma fissa rispetto ai piani profondi e non appare solidale con il movimento del dito. Spesso la diagnosi è casuale anche se a volte il paziente se ne accorge a causa di una dolenzia alla presa di oggetti o in caso di aumento progressivo di volume fino a diventare visibile.
Trattamento
In caso di assenza di dolore e di dimensioni ridotte, può non essere necessario l’intervento di asportazione ma una semplice monitorizzazione. Quando le dimensioni e i sintomi lo giustificano, viene eseguita asportazione chirurgica in anestesia locale ed in regime di day-hospital mediante una mini-incisione in corrispondenza della cisti che viene rimossa insieme ad una piccola porzione di puleggia. Il paziente può usare da subito la mano evitando carichi eccessivi.
Cisti ed igromi del polso
In cosa consiste
È una tumefazione sottocutanea di natura non tumorale ripiena di liquido sinoviale. Questo liquido è un lubrificante che si trova all’interno delle articolazioni e nelle guaine dei tendini. Le cisti sono un disturbo comune. Nella maggior parte dei casi compaiono sul dorso del polso, meno frequentemente sul versante palmare o alla base del pollice, a volte a seguito di traumi o cadute, altre volte senza una causa apparente. I pazienti molto spesso riferiscono dolore che compare dopo uno sforzo. Le dimensioni variano nel tempo e talvolta, si riducono fino alla transitoria scomparsa della cisti. Per la conferma della diagnosi è utile un esame ecografico associato ad una visita dello specialista.
Trattamento
Se la cisti non provoca dolore o non limita il movimento, è sufficiente il monitoraggio. Se i sintomi sono frequenti o intensi, è necessario asportare chirurgicamente la cisti. L’intervento viene effettuato in Day Hospital in anestesia loco regionale (anestesia plessica).
A giudizio del chirurgo può essere richiesto l’esame istologico. Nonostante una corretta asportazione, la neoformazione potrebbe recidivare.
Dopo l’intervento è consentita l’immediata ripresa del movimento delle dita limitando l’attività lavorativa pesante per almeno una decina di giorni.
Cisti mucoide
In cosa consiste
È una piccola cisti che compare in corrispondenza del dorso della falange distale delle dita. Può associarsi alla comparsa di distrofia ungueale causata dall’impronta della cisti che comprime la matrice ed il letto ungueale. Può essere dolente e ulcerare la cute. La causa generalmente è determinata da un quadro artrosico a livello dell’articolazione interfalangea distale e può essere isolata o associata a deformazioni artrosiche, i cosiddetti noduli di Heberden.
Trattamento
Il trattamento consiste nell’asportazione chirurgica, talvolta in caso di ulcerazione cutanea può essere necessario l’allestimento di un lembo locale di copertura. L’intervento viene effettuato in anestesia locale ed in regime di day-hospital. Si ricorda che in caso di presenza di artrosi sottostante, la cisti si potrebbe ripresentare. Dopo l’intervento la mobilizzazione è immediata.
Dito a martello
In cosa consiste
Il dito a martello è una deformità in flessione della falange distale. Il quadro clinico può essere determinato o da una lesione sottocutanea del tendine o da una sua disinserzione dall’osso o da una frattura della porzione ossea dove questo si inserisce. Molto spesso questa lesione avviene durante semplici attività quotidiane come rimboccare le coperte, o sollevare le calze, o urtare accidentalmente l’apice del dito contro un mobile, con movimenti apparentemente cosi banali che il paziente si rende conto della lesione a volte a distanza di tempo, altre volte invece è dovuta a trauma importanti durante attività sportive. La diagnosi viene fatta clinicamente ed è necessario eseguire una radiografia per escludere la presenza della frattura.
Trattamento
Se la radiografia esclude fratture e la lesione è relativamente recente si può optare per il trattamento conservativo con un tutore digitale fisso che mantenga il dito in estensione per sei settimane. Se la lesione è di vecchia data o la radiografia ha mostrato la presenza di una frattura dislocata o interessante più del 30% della superficie articolare, l’intervento chirurgico viene consigliato. La fisioterapia dopo la rimozione del tutore è fondamentale.
Dito a scatto
In cosa consiste
Definito anche tenosinovite stenosante dei tendini flessori, è un’infiammazione dei tendini flessori di un dito, che si manifesta con la formazione di un nodulo tendineo doloroso alla base del dito interessato. Questo causa il caratteristico scatto nei movimenti di flessione e di estensione del dito, dovuto alla difficoltà meccanica incontrata dal nodulo a scorrere al di sotto della puleggia basale (canale dove i tendini scorrono all’interno delle dita). Lo scatto è spesso accompagnato da dolore e da conseguente difficoltà nei movimenti. Le cause non sono sempre chiare; sovente ne è responsabile un eccessivo stress tendineo ed alcune patologie quali il diabete sono predisponenti
Trattamento
Il trattamento conservativo attraverso l’ausilio di un tutore di scarico viene indicato nella maggior parte dei casi come primo approccio terapeutico. In caso di persistenza o ricomparsa dei sintomi è indicato l’intervento chirurgico di trocleotomia basale. L’intervento consiste nella liberazione del tendine attraverso la sezione della puleggia, con una mini-incisione alla base del dito. A volte è possibile eseguire l’intervento in endoscopia con due mini accessi. L’intervento dura circa 5 minuti e viene eseguito in anestesia locale e in regime di Day Hospital. Dopo l’operazione è utile eseguire un protocollo riabilitativo per evitare la formazione di aderenze tendinee ed utilizzare un tutore notturno per 40 giorni.
L’encondroma
In cosa consiste
È il tumore osseo primitivo più frequente nella mano e nell’arto superiore, ed è più frequentemente localizzato a livello delle falangi e dei metacarpi. È un tumore benigno e compare solitamente tra la seconda e la quarta decade di vita. Solitamente asintomatico, viene spesso diagnosticato a seguito di un trauma per il quale si richiede una radiografia; altre volte invece l’esordio clinico è dovuto ad una frattura della falange a livello della lesione tumorale per un trauma anche lieve; altre volte invece il paziente riferisce la comparsa di una tumefazione progressiva e dolorosa a livello della falange di un dito. La radiografia mostra una rarefazione ossea della falange con un rigonfiamento del profilo osseo e assottigliamento della corticale.
Trattamento
Il trattamento è chirurgico e consiste nello svuotamento della lesione e nel riempimento della cavità con tessuto osseo prelevato solitamente dal polso o dalla cresta iliaca oppure con osso sintetico.
Malattia di De Quervain
In cosa consiste
Si tratta di una infiammazione dei tendini, che estendono e allontanano il pollice dalle altre dita della mano. Clinicamente si ha un dolore molto intenso, localizzato al polso, alla radice del pollice durante i movimenti di presa, e rende difficoltose le più semplici attività quotidiane. Questa tendinopatia raramente si risolve da sola e tende a diventare cronica. Tra le cause più comuni, lo sforzo della neo-mamma che tiene in braccio il bambino, le tensioni muscolo-tendinee della mano dei musicisti, e alcune attività lavorative ripetitive.
Trattamento
Inizialmente è indicato il trattamento conservativo con tutore. Nei casi resistenti si esegue l’intervento chirurgico di liberazione dei tendini, la cui durata è di circa 10 minuti, in anestesia locale e regime di Day Hospital. Si esegue una mini-incisione al polso; anche per questa patologia è possibile eseguire la metodica endoscopica. Dopo l’intervento il paziente può utilizzare da subito la mano evitando di bagnare la medicazione che va tenuta per circa 7-10 giorni. Da subito viene consigliata l’esecuzione di semplici esercizi di fisioterapia per favorire la guarigione dei tendini infiammati.
Rizoartrosi
In cosa consiste
È una forma di osteoartrosi degenerativa, più comune nelle donne dopo i 40 anni, che colpisce la base del pollice ed in particolare l’articolazione trapeziometacarpale. Il paziente presenta dolore alla base del pollice, di solito durante movimenti semplici come svitare un barattolo, impugnare una penna, sollevare dei pesi a pugno chiuso, girare le chiavi della porta e tali dolori sono provocati dallo sfregamento delle ossa a causa del consumo della cartilagine articolare. La diagnosi è clinica e viene richiesta una radiografia per valutare lo stadio della patologia.
Trattamento
Imparare i gesti che permettono di risparmiare l’articolazione e usare un tutore di riposo notturno può alleviare i disturbi. Se il dolore limita le attività della vita quotidiana è indicato l’intervento chirurgico (sia in artroscopia che a cielo aperto), che viene eseguito in Day Hospital e richiede l’anestesia di tutto il braccio. L’inizio della fisioterapia è immediato. Verrà confezionato un tutore di protezione removibile che consentirà al paziente un più rapido recupero e reintegro della mano. La fisioterapia, che consiste in iniziali movimenti assistiti da terapista della mano e da una serie di esercizi di rinforzo e recupero articolare, impegna il Paziente per almeno 8-12 settimane.
Intervento – Sindrome del canale carpale – Formicolio alla mano
In cosa consiste
È un’infiammazione del nervo mediano causata dalla compressione, all’interno del canale carpale. I sintomi possono essere: formicolii e dolore crampiforme dalla mano fino all’avambraccio, prevalentemente durante la notte, diminuzione della forza e della sensibilità. Le cause di questa malattia non sono ancora completamente note. Per diagnosticare la sindrome del canale carpale è utile eseguire l’esame elettromiografico che costituisce l’unica indagine strumentale attendibile.
Trattamento
La terapia conservativa (tutore) è raramente efficace e viene indicata nelle forme iniziali. Il trattamento risolutivo è l’intervento chirurgico di decompressione del nervo, che generalmente viene eseguito con tecnica endoscopica in anestesia locale ed in Day Hospital. L’intervento, che dura circa 5 minuti, comporta una piccola incisione cutanea al polso che viene chiusa con due piccoli cerotti ed una medicazione da mantenere per circa 10 giorni. La mobilizzazione della mano è immediata. La fisioterapia, attraverso semplici esercizi da eseguire da soli durante la giornata, rappresenta parte integrante del trattamento e consente di utilizzare da subito la mano per le normali attività quotidiane e di riprendere l’attività lavorativa in poche settimane.
Tumore a cellule giganti della guaina dei tendini
In cosa consiste
Il tumore a cellule giganti delle guaine tendinee (TCG) è una lesione benigna delle parti molli, fra le più frequenti nella mano. Può essere chiamato anche con altri nomi, tra i quali il più frequente è tumore a mieloplassi. È più frequente nelle donne tra i 40 e 60 anni. Inizia come una tumefazione dura e aderente ai piani profondi a lento sviluppo che tende a diventare polilobata, spesso sul versante palmare della mano.
Trattamento
L’intervento chirurgico è raccomandato e viene eseguito in anestesia di plesso in regime di day-surgery. È fondamentale un intervento con accurata dissezione in quanto spesso è adeso ai nervi digitali e va eseguita una asportazione che sia la più radicale possibile per ridurre al minimo la possibilità che si ripresenti. Dopo l’intervento è consentita l’immediata ripresa del movimento delle dita limitando l’attività lavorativa pesante per almeno una decina di giorni.